Nel corso degli anni ho incontrato parolai, cialtroni e politicanti. Fortunatamente qualche dotto, pochi saggi ed infine i poeti. Grazie a loro ho iniziato ad intuire quanto bello e forte fosse l'uso delle parole. Ricordo con piacere le lezioni di Tullio de Muro che invariabilmente finivano con uno scrosciante applausso da parte di noi studenti e con un bonario sorriso da parte sua.
Ricordo poeti raffinati ed altri semplici, alcuni famosi, altri umili persone.
Tutti avevano in comune una grande attenzione, vuoi alla realtà, vuoi agli altri, vuoi a se stessi, ai propri sentimenti ed al modo di porgerli.
Per alcuni era semplicemente un modo di vivere, per altri, l'esigenza di comunicare.
Non necessariamente con la parola, perché mi sembra che poeta sia colui che attinge al proprio essere, più che la forma utilizzata per partecipare (partem facere). Poeta è l'artista, che usi la scrittura, i colori o i suoni. È un problema di tecnica. E qui grande è la riconoscenza per Edolo Masci, che mi aprì al significato di questa parola.
La tecnica (dal greco τέχνη [téchne], "arte" (nel senso di "perizia", "saper fare", "saper operare") è l'insieme delle norme applicate e seguite in un'attività, sia essa esclusivamente intellettuale o anche manuale. Tali norme possono essere acquisite empiricamente in quanto formulate e trasmesse dalla tradizione, ad esempio nel lavoro artigianale, o applicando....
In Wiki:
damiano
tivoli, 15/2/2021