"Cosa c’è di più bello..."
di Paolo Faiella.

Cosa c’è di più bello ma anche di profondamente struggente degli occhi felici di un bambino, dello sguardo intenso e pensoso di una
fanciulla, di tutta quella perplessità profonda che i piccoli esprimono di fronte alla follia e alla violenza del mondo che li circonda? I
piccoli Kiri e Chan ci conquistano con la loro luce interiore e la loro purezza che traspare dagli occhi sgranati, dai sorrisi solari e dagli
sguardi che traducono un vissuto di sofferta attesa.
I fotogrammi tentano, con lieve tocco, di fermare l’autentico incanto dell’uomo come antidoto alla sua folle corsa verso l’indifferenza e la
violenza.
Gli scatti fotografici di Paolo Faiella rapiscono istanti di altissimo lirismo che solo l’uomo bambino riesce a dare. Come diceva Proust
nella sua Recherche “amo l’uomo ma amo soprattutto il bambino che è in lui”.
Il bambino appunto, con la sua visione di una diversa realtà e con la sua straordinaria pazienza nell’aspettare risposte. Sono foto di
grande bellezza, che non prevaricano il soggetto rappresentato, manipolandolo fotograficamente, ma lo ritraggono così com’è. Forse
una delle più grandi ambizioni dell’arte fotografica è quella di restituire al soggetto rappresentato la verità.
La sua verità. Sono i bambini che guidano l’occhio dell’autore, il suo scatto e suggeriscono la sua composizione, portando a un
atteggiamento fotografico di estrema umiltà e assolutamente antiretorico che tenta di rivelare a noi maldestri osservatori, tutta la forza
con cui giorno per giorno questi piccoli uomini e piccole donne affrontano l’impegno della vita. Nella grazia delle loro parole ci
raccontano di una realtà altra. Un’altrove dove può ritrovarsi quella comunione di anime inondata di musica e dove spontanea nasce e
si compie la solidarietà.
Oggi guardiamo Sovann, Chantrea e comprendiamo le loro storie fatte di rassegnazione ma anche di futuro. Ci immergiamo nella
polifonia dei loro colloqui frizzanti o tristi e, queste stesse voci, se ascoltate, ci regalano un’ancora di salvezza che impedirà a tutti noi di
naufragare nell’oceano della noncuranza.
I ritratti di anziani compaiono nella raccolta traducendo un dialogo tra tempi opposti del percorso esistenziale. Non è casuale che la
sensibilità dell’artista ci presenti i momenti più vulnerabili dell’esistenza: l’alba e il tramonto dell’uomo.
Presentazione a cura di Alessandro Anniballi
...... immagini di persone, non un reportage etnografico. Immagini di gente reale, in molti casi bella di una bellezza interiore. Poco
importa il quando, il dove, il perchè. Lasciamolo all'aneddotica da salotto. Alle compulsione da catalogatore. Le foto di Paolo non
sorgono dal campo del Documento Fotografico. Appartengono ai pensieri dell'autore, al suo cuore, al suo intelletto. Un'immagine è un
immagine.
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Paolo Attilio Canepa
Biografia
Paolo Faiella é nato nel 1958; inizia a fotografare negli anni ’70, praticando la camera oscura bn e dedicandosi a diversi generi: dalla
macrofotografia al ritratto, dal documentario di viaggio allo studio di posa. Partecipa a corsi e stage di perfezionamento (corso
avanzato di ritratto e corso di camera oscura con Damiano Bianca) sperimentando antiche e nuove tecniche di stampa e viraggio.
Ama ritrarre i volti e le espressioni della gente che incontra durante i viaggi.
Le fotografie scattate in Cambogia sono state l’occasione per raccogliere fondi per l’orfanotrofio HOC di Battambang.
http://www.viaggiemiraggi.org/invito%20mostra%20fotografica%20-%20opuscolo.pdf
Laureato in chimica ma informatico di professione, alla passione per la fotografia affianca quella per la musica antica. Da oltre 15 anni
si esibisce come liutista nell’ensemble di musica medievale “L’Amoroso Cantar” e recentemente nel gruppo “Ziryab” dove propone un
repertorio di musica sefardita ed araba antica con musicisti provenienti dal Marocco, Iran e Iraq.
http://www.lacompagniadellibro.tv2000.it/articolo.php?id=574
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